Pop, visionario, pulp, geniale e/o disturbante…
in una parol- “BUPsTi !”, due parole… Quentin Tarantino.

Mai, come quando si parla del cineasta del Tennessee, macchina da presa e scrittura sono un tutt’uno indivisibile e imprescindibile. I suoi film, spesso controversi, hanno incassato lodi sperticate o aspre critiche, ma raramente hanno lasciato indifferenti. Uno dei pregi su cui è più facile mettere d’accordo tutti è la qualità della sua scrittura: Tarantino ha all’attivo due Oscar e due Golden Globes
per la migliore sceneggiatura originale
(Pulp Fiction e Django Unchained).


Negli anni si è dibattuto spesso sulle sue capacità registiche, sul suo stile splatter intervallato al citazionismo derivante, sulle sue ossessioni e il feticismo per…
la pellicola… ma è indubbio che ognuno dei film da lui firmati semplicemente non ci sembrerebbe
“WRITTEN and DIRECTED by QUENTIN TARANTINO”
se non ci trovassimo dentro i suoi inconfondibili dialoghi.


La dirompente verbosità dei personaggi creati da TARANTINO è il suo vero marchio di fabbrica. Pagine e pagine di parole, di conversazioni sopra le righe, iconiche, che all’apparenza sembrano non andare da nessuna parte, ma che alla fine assumono inaspettatamente un senso e restituiscono un valore tematico alla scena e al film.

Dietro questa “inafferrabile” capacità di tenerci incollati allo schermo, nonostante tutto, c’è un metodo. La costruzione dei dialoghi di Tarantino, infatti, è tutto tranne che guidata dalla mera ispirazione. È talento applicato alla tecnica. Tecnica rubata ai più grandi dialoghisti della sua epoca (Aaron Sorkin ad esempio ha un’impostazione simile)
ma che QT è riuscito a fare propria, piegandola alla sua personalissima visione del Cinema e della vita.

Il suo approccio al dialogo trascende il mero concetto di realismo e sottotesto e diventa intrattenimento Avant-Pop.

L’obiettivo primario di questa Masterclass è individuare quale sia la struttura e gli elementi ricorrenti che conferiscono ai dialoghi di Tarantino talmente tanta forza intrinseca, tanta potenza catalizzatrice da riuscire non solo a coesistere con,
ma persino a sostenere “l’esuberanza portata agli eccessi”
che caratterizza le immagini dei suoi film.

Un’immersione nell’universo prolisso di QT strutturata in tre incontri nei quali si punta a decostruire il metodo per far assimilare ai partecipanti i concetti base che rendono unici non solo i dialoghi ma anche i personaggi dei suoi film.


Come scrivere un [grande] dialogo per il Cinema.

  • quali sono gli elementi che rendono un dialogo “cinematografico”
  • le differenza tra una conversazione e un dialogo
  • sottotesto e conflitto nel Cinema: cosa sono e come utilizzarli






come scriverlo a là Tarantino – prendendo come riferimento il famoso dialogo “su Superman” che precede il duello finale tra Beatrix Kiddo e Bill, in KILL BILL II, si analizzano script originale e girato per estrapolare una struttura ricorrente che può essere applicata alla maggior parte dei dialoghi di QT.


INCONTRO 2)


UN BICCHIERE DI LATTE

approfondimento sui 16 minuti di dialogo che aprono in maniera magnifica il film INGLORIOUS BASTERDS; dall’analisi dello script alle tecniche di regia attuate per far “reggere” sullo schermo 20 pagine di sceneggiatura incentrate soltanto su due personaggi attorno a un tavolino, in una fattoria della campagna francese degli anni ’40.


INCONTRO 3


Dì TENSIONE UN’ALTRA VOLTA, TI SFIDO…

come tarantino gioca con il pubblico, costruendo la tensione attraverso scene e dialoghi. Il famoso monologo di Jules in PULP FICTION è parte di una sequenza costruita in 2 atti, anziché nella forma più classica dei 3 atti (già analizzata in Superman/Latte). In questo incontro si vuole indagare sulle scelte che hanno portato, in fase di scrittura, QT a preferire un’impostazione in due atti anziché in tre.


QUESTA MASTERCLASS E’ INDIRIZZATA SIA AI PROFESSIONISTI (ATTORI, REGISTI, SCENEGGIATORI) SIA AGLI APPASSIONATI DI CINEMA.


PREZZO IN PROMO FINO AL 15/04/2023


N° partecipanti: 1 o più (max 10)

€ 150 ciascuno

(anziché € 200)